Mi ero comprata un négligé nero di seta, sensuale e provocante, ma non troppo… proprio come una sposina ad un passo dalla luna di miele.
Per lungo tempo è stato il simbolo indelebile di tante notti, di tante fughe…
Ci rincorrevamo come ragazzini tra «rue» e «boulevard» di quella Parigi testimone della nostra passione, divorando avidamente ogni istante… e noi stessi.
L’erotismo, fino a quel momento rigorosamente celato sotto una coltre di pudico turbamento, era esploso all’improvviso, come una rivelazione pazzesca di un’accesa e sconosciuta sensualità.
Non mi vergognavo più del mio corpo, ero fiera del mio desiderio e della mia fantasia impetuosa.
Avvinghiarsi l’uno al corpo dell’altro significava riemergere senza fiato, ma con l’ossigeno vivo nel sangue.
Tu adoravi la mia morbidezza e coprivi di baci ogni mia cicatrice, ogni mio senso di colpa.
Ti ho amato senza tregua, senza paura.
E quando ti chiedevo «Perché io?», tu mi rispondevi, accarezzandomi gli occhi con le labbra, «Perché tu sei tu».